Nei primi nove mesi del 2022 i ricavi delle principali società internazionali di Media & Entertainment sono cresciuti dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del...

Nei primi nove mesi del 2022 i ricavi delle principali società internazionali di Media & Entertainment sono cresciuti dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. La performance di Netflix (+8,1%), è allineata alla media ma in forte rallentamento rispetto alla crescita durante la pandemia (+24,0% var. 2020/19 e +18,8% var. 2021/20). È proseguita l’espansione dei servizi streaming, i cui ricavi sono aumentati del 14,8% e valgono il 17% circa del giro d’affari complessivo. In crescita, seppur con dinamiche più contenute, anche gli incassi da produzione e distribuzione di contenuti (+4,1%, pari al 18,4% dei ricavi), nonché la raccolta pubblicitaria (+2,0%, pari al 19,8%). Gli abbonamenti alla Pay TV tradizionale sono invece diminuiti del 4,9% (19,7% del totale), confermando una modalità di accesso ai contenuti media sempre più on demand e frammentate.

A livello di redditività industriale, l’ebit margin si è attestato al 12,5%, in calo di 0,7 p.p. sul 2021; tra i sei operatori con redditività superiore alla media, cinque sono statunitensi e solo uno è europeo (la francese TF1, 13,7%). Sul podio si collocano Fox al 24,5% (in calo di -2,0 p.p.), AMC Networks al 22,5% (-3,7 p.p.) e Netflix al 21,4% (-3,9 p.p.). Nello stesso periodo l’ebit margin di ProSiebenSat.1 ha segnato la peggiore performance tra tutti gli operatori internazionali crollando di 13,2 p.p., al -3,8%, meglio solo del -5,2% della statunitense Lions Gate e del -5,3% toccato dalla neocostituita Warner Bros. Discovery.

Per le principali società internazionali crescono gli utenti dei servizi in streaming (+18,6% tra il settembre 2022 e lo stesso mese del 2021). Walt Disney rappresenta il 1° player per numero di abbonati su scala globale grazie alle sue tre piattaforme (Disney+, Hulu e ESPN+) che insieme raggiungono quasi i 236 milioni, pari al 25,6% della fetta complessiva del mercato S-Vod (subscription video on demand). A livello di singola piattaforma, Netflix si conferma in prima posizione con 223 milioni di abbonati1 (pari al 24,3% del mercato), davanti a Prime Video (22,8%). Seguono a distanza la neocostituita Warner Bros. Discovery (10,3%, quasi 95 milioni di abbonati) e la Paramount Global (7,2%, oltre 66 milioni).

Nel 2021 il giro d’affari aggregato dei 20 principali operatori internazionali privati ammontava a €324,1 mld (+12,2% rispetto al 2020), per circa l’85% generato dai player a stelle e strisce, con sei di essi inclusi nella Top10 della classifica per fatturato guidata da Comcast. Il primo gruppo non statunitense è la francese Vivendi, settimo con ricavi a €9,6 mld, mentre tra le altre europee la lussemburghese RTL Group si colloca in nona posizione (€6,6 mld), seguita da ProSiebenSat.1 (decima con €4,5 mld). Il Gruppo MFE (15esimo, con €2,9 mld) è salito, in più riprese, al 29,9% dei diritti di voto nel capitale del colosso tedesco, avvicinandosi alla soglia dell’Opa obbligatoria che porterebbe alla creazione di un importante gruppo paneuropeo nell’industria dell’intrattenimento e dei contenuti.

Nel triennio 2019-2021, i ricavi dei colossi privati del settore televisivo sono cresciuti in media dell’1,8%, con il continuo sviluppo delle piattaforme streaming che ha bilanciato il rallentamento delle TV tradizionali. In evidenzia ancora una volta la statunitense Netflix che segna un CAGR del +21,4%, distanziando ampiamente Sony Picture, in seconda posizione con
un +10,6%; in territorio negativo cinque operatori, tre dei quali europei, con la statunitense Walt Disney che segna il maggiore calo (-7,7%).

Piero Ricca