Sky Italia e Coronavirus, intervista a Riccardo Botta Sky Italia e Coronavirus, intervista a Riccardo Botta
Intervista a Riccardo Botta, Senior Director Production Broadcast and Creative Hub Qual è stata la strategia di SKY per garantire la continuità operativa durante... Sky Italia e Coronavirus, intervista a Riccardo Botta

Intervista a Riccardo Botta, Senior Director Production Broadcast and Creative Hub

Riccardo Botta

Qual è stata la strategia di SKY per garantire la continuità operativa durante l’emergenza Covid-19?
Proteggere le nostre persone è stata la nostra priorità numero uno fin dal primo momento durante questa emergenza. Nel farlo abbiamo lavorato per continuare a fornire ai nostri clienti la migliore esperienza di visione in TV. Quasi tutti i dipendenti Sky lavorano in smart working dal 24 febbraio, due settimane in anticipo rispetto al blocco imposto dal governo datato 8 marzo. Da quel giorno, il 90% delle persone dell’area Content Tech and Operations, di cui sono responsabile, lavorano da casa.

Quale impatto ha avuto il coronavirus sulla produzione e consegna di contenuti in Sky Italia?
L’impatto varia in base al contenuto. Finora non vi è stato alcun impatto significativo sul contenuto registrato, poiché le serie TV e i film erano stati finalizzati prima dell’emergenza Covid. Gli spettacoli dal vivo invece sono ovviamente i più colpiti dalla situazione attuale. A Sky non avevamo in programma molti show dal vivo per questi mesi, a parte il nostro Late Night Show (#EPCC), che è tornato in onda questo mese, andando in diretta da un teatro senza pubblico.

Che tipo di programmi sono andati persi dalle pianificazioni?
Ad eccezione dello sport in diretta, non abbiamo perso molti contenuti. Al contrario, Sky TG24 è stato rafforzato con contenuti e programmi dedicati al coronavirus. Abbiamo sfruttato tutte le tecnologie disponibili, oltre ad altre acquisite ad hoc, per consentire al nostro canale all-news di essere ancora più efficace nel lavorare da remoto realizzando contributi da diverse aree del Paese. Tutto questo per poter riportare in modo completo e tempestivo tutte le notizie rilevanti su questa terribile epidemia. Ad esempio, grazie all’uso della tecnologia, abbiamo lanciato la conduzione di SkyTG24 da remoto e, ad oggi, 2 o 3 edizioni al giorno sono trasmesse totalmente dalla casa dei conduttori.

Come è stato modificato il palinsesto, soprattutto con la perdita dello sport dal vivo?
Chiaramente, la sospensione di quasi tutti gli sport dal vivo ha influenzato significativamente il nostro palinsesto sportivo. Tuttavia, Sky Sport ha immediatamente lanciato una nuova programmazione, che prevede molta interazione con i nostri utenti e consente loro di essere molto più vicini agli sportivi e ai commentatori (Casa Sky Sport, Juke Box). Inoltre abbiamo utilizzato i contenuti della nostra library di immagini e contenuti per creare giornate a tema (es. – una giornata dedicata alle più belle partite delle squadre italiane).

Nonostante l’emergenza, alcuni dei principali show come Calciomercato e Sky Calcio Club sono tornati in onda su Sky Sport24 con nuovi formati appositamente studiati nel rispetto delle regole di distanziamento sociale e delle normative di sicurezza. I conduttori sono gli unici fisicamente presenti in studio e la tecnologia immersiva – come Ledwall e Robycam – consente una visione a 360°. Infine tutti gli ospiti sono collegati tramite LiveU, Skype e FaceTime.
Abbiamo anche iniziato a trasmettere gli e-sport (calcio, F1 e MotoGP) in modo “interattivo” e abbiamo dato ai giornalisti la possibilità di registrare voice-over, sia in diretta che non, degli eventi o interamente dalla loro casa o con un sistema ibrido (voce principale in sede, seconda voce da casa). Infine abbiamo sperimentato nuovi contenuti prodotti direttamente dalle case dei nostri talent (per es. CasaVanz).

Quali tecnologie avete messo in campo per garantire la produzione e la distribuzione dei contenuti?
Questa emergenza ha accelerato alcuni processi che erano già in corso. Abbiamo implementato un modello ibrido: tutti coloro che lavoravano in Post e GFX adesso lavorano da casa. Per le studio Operations utilizziamo modelli ibridi con alcuni lavoratori sul posto ed altri da casa: abbiamo iniziato ad adottare in maniera massiva la tecnologia bonded cellular per il reperimento delle notizie (principalmente basato su kit Live U) e l’integrazione di Skype, FaceTime e TEAMS nell’ambiente di produzione. Alcune configurazioni tipiche della Regia (come EVS operations e coordinamento editoriale) sono gestite da remoto e abbiamo implementato una Regia basata sull’approccio cloud (come SaaS o Iaas) con Vizrt Verdi e Newtek.

Nella post-produzione abbiamo implementato le Soluzioni di PcOverIP per consentire agli editor di lavorare al 100% da casa utilizzando gli stessi flussi di lavoro che utilizzerebbero in sede tramite modalità via desktop remoto. Utilizziamo inoltre software di post-produzione stand-alone, per l’editing, il sound design e la realizzazione di programmi high-end come contenuti speciali, film d’arte o documentari oltre ad utilizzare alcune soluzioni basate interamente su cloud in modalità SaaS attualmente in test. Abbiamo rafforzato il mobile editing e creato nuovi flussi di lavoro per essere in grado di gestire da remoto le operazioni critiche come il doppiaggio e i contributi EVS.
Per la Master Control Room e la International Commentary Area abbiamo attivato il controllo remoto della maggior parte delle apparecchiature, implementato il modello ibrido per gli operatori e attivato una MCR distribuita in sinergia con il Gruppo Sky e con i partner esterni.
Per il Playout abbiamo implementato un modello ibrido con oltre il 70% del carico di lavoro gestito da remoto. L’operatore può accedere alla propria postazione di lavoro e riceve l’anteprima dei canali presenti sul multiviewer in streaming su codificatori a bassa latenza su SRT.

In generale, stiamo lavorando in modalità “diffusa” e la tecnologia ci sta aiutando molto. Stiamo sfruttando tutti gli strumenti della suite Office 365 e li utilizziamo per implementare un modo di lavorare completamente “nativo digitale”. Ad esempio, in questi giorni di emergenza, un giornalista, un editor e un designer GFX possono lavorare contemporaneamente sullo stesso servizio ciascuno da casa propria, collaborando in tempo reale. Grazie a queste tecnologie, la settimana scorsa abbiamo anche tenuto la nostra prima conferenza stampa virtuale per il lancio di Diavoli, utilizzando il nostro studio per collegare 60 giornalisti e 6 tra i principali attori e i registi.

E’ stato difficile implementare queste innovazioni in un tempo così breve?
La maggior parte della tecnologia e delle competenze interne di cui avevamo bisogno le avevamo già. Non abbiamo creato nulla da zero. Ciò che fa la differenza è saper mescolare le competenze e le capacità disponibili. La tecnologia Content and Broadcast si sta allontanando dal classico e monolitico one-size-fits-all, relativo a tutti i modelli operativi e tecnologici. Oggi è possibile combinare strumenti e modelli operativi in base a ciascuna esigenza. Alcuni scenari d’utilizzo che abbiamo creato per questa emergenza sono un mix di apparecchiature consumer e professionali e di approcci tecnologici (SaaS, IaaS, fisico,) abbinati al lavoro da casa e integrati in singoli flussi di lavoro. Alcune delle tecnologie che stiamo utilizzando sono economiche e costano solo pochi euro, mentre altre costano centinaia di euro e sono tutte combinate nello stesso flusso di lavoro.
E’ come un mondo di blocchetti LEGO in cui è possibile costruire il servizio in base alle proprie esigenze. Tutto, dalla tecnologia e dalle operazioni, può essere adattato allo scopo.

Come state pianificando la fase 2?
Le Content operations e le tecnologie sostanzialmente non si sono mai fermate. Abbiamo un po’ cambiato marcia (in alcune aree come lo Sport), modificato l’assegnazione e i luoghi di lavoro e introdotto nuovi formati, come la conduzione dei SkyTG24 da casa. Abbiamo anche introdotto regole rigide nei nostri Media Hub.

Roberto Landini