Lo streaming a bassa latenza di Limelight Lo streaming a bassa latenza di Limelight
Se lo streaming del video per i servizi di video on demand non pone più particolari problemi in termini di qualità e di soddisfazione... Lo streaming a bassa latenza di Limelight

Se lo streaming del video per i servizi di video on demand non pone più particolari problemi in termini di qualità e di soddisfazione dell’utente finale, ci sono ancora ostacoli da superare per lo streaming di eventi in diretta, primo fra tutti la latenza.

La latenza, ovvero il ritardo che intercorre fra l’acquisizione del segnale video e la sua fruizione, è insita in qualsiasi sistema di trasmissione. Anche nel caso del digitale terrestre, il segnale video deve essere codificato alla fonte, impacchettato con altri contenuti e decodificato dal ricevitore: il tutto richiede qualche secondo. Il tempo di trasmissione è in questo caso trascurabile, mentre può diventare importante nel caso della distribuzione su rete Internet, raggiungendo anche qualche decina di secondi. Seguire un evento in diretta su un tablet o un cellulare può essere quindi frustrante. Capita di sentire le urla di giubilo di quanti stanno guardando una partita di calcio sul televisore per un rigore andato a segno mentre quello che si vede sullo schermo del dispositivo mobile è il calciatore che sta posizionando il pallone sul dischetto.

Laurent Buldrini e Steve Miller Jones

Ridurre al minimo la latenza è uno degli obiettivi che si è posta Limelight Networks, azienda che gestisce una delle più estese Content Delivery Networks (CDN). In occasione della 15esima edizione dell’European Digital Forum di Lucca, abbiamo incontrato Steve Miller Jones, Senior Director Product Management, e Laurent Buldrini, Business Development Executive di Limelight Networks.

“Il nostro focus principale è quello di garantire all’utente finale la migliore possibile accessibilità ai contenuti video grazie a tre elementi chiave: riduzione del rebuffer, riduzione della latenza e sicurezza,” ha dichiarato Miller Jones. L’offerta di Limelight è una combinazione di tre componenti: una rete in fibra ottica dedicata, software e servizi. La rete dedicata copre i cinque continenti e può garantire oltre 34 Tbps di traffico sostenuto, grazie a più di 80 nodi collegati direttamente ai più importanti Internet Service Provider.

Come ha spiegato Miller Jones, la piattaforma software Limelight Orchestrate è in grado di gestire la transcodifica al volo dei contenuti, la loro duplicazione nei server Origin situati in diverse località (in modo da garantirne sempre la disponibilità anche in caso di interruzione del servizio di uno o più nodi) e l’adattamento del bitrate, e quindi della qualità, in funzione della banda che ha a disposizione l’utente finale.

Per quel che riguarda la riduzione della latenza, Miller Jones ha sottolineato come Limelight abbia già sperimentato con successo la distribuzione di video in diretta con una latenza inferiore al secondo, servizio basato su WebRTC che renderà disponibile entro la fine di quest’anno mentre già oggi è possibile ridurre la latenza a sei secondi o meno utilizzando i classici formati HLS/DASH.

Infine, i servizi di Cloud Security di Limelight permettono di proteggere i contenuti da accessi non autorizzati e fanno da barriera agli attacchi che mirano a sovraccaricare i server dei loro fornitori.

Limelight può contare su un portfolio di clienti di tutto rispetto (BBC, Chili, DirectTV, Sky, UEFA, …) e la sua offerta si rivolge anche a realtà di medio/piccole dimensioni. Come ha sottolineato Buldrini, i costi sono anche alla portata di un’emittente regionale, con tariffe che partono da circa 20mila euro all’anno per un traffico garantito di 5 Tbps al mese.

Mauro Baldacci