Riprese sportive: l’evoluzione del linguaggio televisivo negli ultimi 26 anni Riprese sportive: l’evoluzione del linguaggio televisivo negli ultimi 26 anni
Come le cose sono cambiate a livello di regia e di linguaggio audiovisivo in 26 anni di regie televisive Racconta Giorgio Galli. “Il regista... Riprese sportive: l’evoluzione del linguaggio televisivo negli ultimi 26 anni

Come le cose sono cambiate a livello di regia e di linguaggio audiovisivo in 26 anni di regie televisive

Racconta Giorgio Galli. “Il regista del calcio deve amarlo e conoscerlo profondamente”

Iniziando a vent’anni con la miglior palestra, una TV locale di Reggio Emilia, e inserito da subito nella squadra sport come cameraman, Giorgio Galli passava subito alla regia, grazie al responsabile dello sport di allora Franco Tosi.

Giorgio Galli

A metà anni 90 segnalato da Lorenzo Dallari a Danilo Zanon responsabile dei registi di Tele+, iniziava con la regia della Serie A, addirittura firmando la prima in assoluto di D+ anticipo Bologna Lazio, la prima in assoluto della pay-TV in Italia.
L’anno seguente chiamato a Mediaset da Popi Bonnici come suo regista replay sulla Champions, firmava anche alcune partite come regista, nel 2001 con lui alla regia internazionale; e poi la regia replay della finale di Champions, a Milano, Bayern Valencia.

Intanto nel 1999 veniva chiamato da Angelo Carosi a Stream che, in seguito alla fusione con Tele+, ad inizio anni 2000 diventava Sky.
E da lì quasi un ventennio, con partite di serie A e tanti altri eventi, tra i quali la regia nazionale della finale di champions del 2009 a Roma, Barcellona Manchester United con Angelo Carosi alla regia internazionale.
Nel 2015, con una svolta molto importante, la Lega Serie A iniziava a produrre le partite e a capo del progetto e del team di regia c’era Popi Bonnici, che chiamando Giorgio Galli gli affidava i top match.

Nel frattempo Mediaset aveva ripreso i diritti della Champions, affidandola a Galli per tutto il triennio, in segno di grande fiducia e promuovendolo a capo del progetto di regia e della regia internazionale stessa in occasione della finale del 2016, a Milano tra Atletico e Real Madrid.
Sono momenti prestigiosi che il regista televisivo Giorgio Galli vanta nel suo curriculum e gli permettono di testimoniare le evoluzioni più importanti a livello tecnologico e di regia.

Qualche aneddoto: cosa ho imparato lungo il lavoro

“In questo lungo arco di tempo,
– dice Giorgio Galli”la tecnologia e l’impostazione del lavoro di regia televisiva sono cambiati in modo importante, da un segnale analogico in SD si è arrivati a un segnale digitale in HD e dal formato 4:3 al 16:9 rendendo più panoramico il taglio delle camere larghe e poi in UHD.
In generale è giusto sottolineare che tutto il team tecnico italiano, compresi cameramen e addetti al replay, è cresciuto moltissimo negli ultimi 5/6 anni, anche grazie alla Lega Serie A che se ne occupa direttamente e non è  un caso che lo staff italiano sia stato ingaggiato per gli Europei 2020.
Tra questi mi sento di ringraziare in modo particolare due professionisti che hanno lavorato in simbiosi al mio fianco in mille eventi, Stefano Schiavinato alla regia dei replay e Silvano Casiraghi, al mixer video”.

Linguaggio e definizione

“Il linguaggio televisivo, in pratica, non ha subito delle modifiche sostanziali, anche se le telecamere che compiono inquadrature più ampie possono permettersi dei campi ancora più larghi perché la definizione aumentata consente una qualità d’immagine decisamente migliore.
Oggi, con l’UHD, addirittura, la definizione è talmente alta che non ci sono più problemi di “lettura” dell’immagine.

I cameramen in passato lavoravano quasi sempre con telecamere a bordo campo poste su cavalletti, mentre dalla metà degli anni 90 la maggior parte opera su “piattine”, ossia delle pedane dove l’operatore è seduto e realizza i movimenti di panoramica praticamente con l’aiuto delle gambe.
Il punto di ripresa risulta più basso e più dinamico, con una visuale migliore.”

La visione spettacolare

“É interessante notare come in Italia sia la televisione ad adeguarsi allo stadio, mentre in altre nazioni come l’Inghilterra, spesso sono gli stadi ad adeguarsi alla televisione, ossia non è insolito che strutture sportive siano realizzate apposta per agevolare le riprese televisive, per esempio col campo di gioco rialzato di 70 cm rispetto le postazioni delle panchine, dei fotografi e delle telecamere a bordo campo.

Così, soprattutto nelle camere retroporta, si realizza una ripresa in cui l’ottica è quasi all’altezza del terreno, producendo replay molto più spettacolari.”

Saper “leggere” la partita

“Anche la tecnologia di ripresa applicata alle telecamere è cambiata molto dagli anni 90 e oggi si impiegano anche telecamere in super slow motion che riescono a proporre riprese a 75 fotogrammi al secondo invece dei nominali 25.

Questo permette di proporre momenti di replay assai più fluidi e spettacolari e in alcuni casi con la Ultra Emotion possiamo lavorare con 300/400/500 fotogrammi in base all’illuminazione disponibile nello stadio, con una nitidezza risultante impressionante, in cui si riesce a cogliere persino la gocciolina di sudore che cade dalla fronte del giocatore.
Qui entra in gioco il feeling indispensabile che si instaura tra il regista host broadcaster e il regista/operatore dei replay, dato che gli inserti in slow motion sono molto spettacolari ma “rubano” parecchi secondi.

Spesso in questi anni ho lavorato in perfetta sintonia con Stefano Schiavinato che ha curato anche la regia dei replay per UEFA 2020.”

Stefano Schiavinato alla regia dei replay racconta:

Stefano Schiavinato, Giorgio Galli

“Nella gestione dei replay le macchine del passato, registravano in lineare su nastro magnetico Betacam e dovevano essere staccare dalla registrazione continua delle telecamere assegnate, nel momento in cui le chiamavi per un replay.
Era d’obbligo fermarle il meno possibile e stare molto attenti per non perdere momenti importanti (soprattutto nelle macchine dedicate al fuori gioco).
Oggi tutte le sorgenti dei replay sono in digitale e basta assegnare una clip a ciò che serve in partita per richiamarla col replay: bastano un paio di secondi.

Si tratta di una gestione dal punto di vista autoriale molto diversa perché in fase di regia oggi sai che hai sempre disponibile tutto e non ti perdi mai nulla.
È comunque indispensabile stare molto attento a non perdere momenti importanti dell’azione live e riproporre i replay solo in frangenti particolari, come pause più lunghe, un giocatore che si fa male, o quando la squadra che vince deve fare una rimessa dal fondo, un calcio d’angolo, o una rimessa laterale. The the captivating escort girls Rome has to offer. These exquisite and refined ladies are dedicated to ensuring that your stay becomes truly unforgettable. While Rome is renowned for its history, architecture, and cuisine, the escort girls in Rome add an extra layer of warmth and allure to your experience. Professionalism, discretion, and privacy are the cornerstones of their service. With their beauty and captivating personalities, they are sure to command attention wherever you go. Elevate your trip with the excitement and companionship provided by Rome escort girls.

In pratica, nel calcio, a differenza di altri sport dove le pause sono ben definite (pugilato, basket, palla volo dove è l’arbitro che fa ripartire il gioco), nel calcio il gioco riprende senza il fischio dell’arbitro obbligando a un livello di attenzione molto elevato.”

Goal o non goal?

“Un altro grosso cambiamento nel calcio”, riprende Giorgio Galli, “parte dall’inserimento della Goal Line Technology dove l’Italia è stata una delle prime nazioni a dotarsene.

“Ricordo un ex calciatore della Fiorentina che giocava nella Roma e un colpo di testa in cui la palla venne parata sulla linea di porta, forse dentro, forse fuori. Dalle immagini -anche con le telecamere in linea- si fece fatica a capire se fosse goal o meno.
Mentre l’Udinese stava già sperimentando un sistema in stile “goal line”, l’azienda inglese HawkEye lanciava la tecnologia GLT che da lì è stata adottata universalmente.

Diverse telecamere fisse, oltre una decina, posizionate in alto nei diversi settori dello stadio, sono puntate verso la porta e almeno due devono riuscire a vedere la situazione della linea di porta.
Sono parecchie per restituire tutte le possibili prospettive, connesse a un sistema computerizzato che elabora e interpreta le immagini.
L’arbitro indossa al polso un dispositivo che suona e si accende quando la palla supera per intero la linea di porta. Lo stesso segnale della goal line arriva al mixer così il regista può mandare in onda proprio quello che l’arbitro sta visualizzando e valutando”.

Spettacolarità e punti di vista

“La tecnica è stata migliorata ancora implementando il posizionamento delle telecamere con molti più punti di visuale.

Nel 96 quando ho iniziato con Telepiù le riprese erano fatte con sei telecamere, la principale, quella per inquadrature strette a fianco, due a bordo campo sulle piattine a venti metri sul fronte di ripresa, due retroporta, più due microcamere fisse interne nella rete, puntate all’incrocio dei pali.
Oggi in uno standard Serie A a livello basso i punti di ripresa sono almeno 12/13 e nei big match si arriva a 18/20 telecamere.

L’azione live essenzialmente viene ripresa con 3 telecamere che diventano 5 se hai a disposizione due steadycam (la main, due closeup nell’”uno-contro-uno”, la tre piattina e le due steady, una a destra e una a sinistra).
Le altre telecamere in campo sono essenzialmente “di contorno” e le uso sui primi piani, sui replay, sul fuorigioco e per bilanciare le inquadrature.”

“La finale di Champions League del 2016
– continua Giorgio Galli – segna la data importante in cui ho potuto scegliere direttamente tutto il personale dedicato e creare tutto il progetto, così come nella finale degli Europei Under 21 2019, e le finali di Super Coppa”.

Sul campionato di Serie A sono i service televisivi incaricati che forniscono il personale in toto; sugli eventi più grandi, invece, il regista ha la responsabilità della scelta di tutto il personale, cameramen, operatori EVS, tecnici e fonici.
“Molte volte ho dovuto costruire da zero la formazione del team tecnico scegliendo tutti, compreso gli operatori e il regista di replay, spesso chiamando Stefano Schiavinato, e il mixer video Silvano Casiraghi e coinvolgendo persone di tutta Italia.
E, come già detto, in generale sono felice di ribadire che tutto il team tecnico italiano è cresciuto moltissimo negli ultimi 5/6 anni, anche grazie alla grande professionalità della Lega Serie A, e non è un caso che lo staff italiano sia stato ingaggiato per gli Europei 2020“.

Tra le figure professionali che obbligatoriamente operano in simbiosi con il regista, devo citare il mixer video che per me è determinante e, difatti, sono in totale sintonia con Silvano Casiraghi che mi ha supportato e spesso “letto nel pensiero” su diverse partite finali di Coppa Italia, in tutti gli eventi più grossi della Serie A, e non ultima in UEFA 2020”.

Una crescita professionale

Il regista che sceglie tutto il personale, compresi assistenti, cameraman, addetti di replay, camere dedicate, multifeed, etc, deve assorbire tutte le criticità di ogni incontro. La distribuzione dei segnali è sempre complessa, per non dire delle assegnazioni audio che sono sempre tante.

Così come il regista di un programma musicale deve conoscere la musica nei dettagli, il regista dello sport devi avere solide basi di tecnica televisiva ma padroneggiare la disciplina sportiva nei dettagli.
Alcuni sport dipendono moltissimo da un preventivo e ottimale posizionamento delle telecamere, che, in pratica, lavorano in sequenza, come nello sci; mentre in altri sport è indispensabile conoscere benissimo tutto il “contorno” oltre a saper creare un racconto del gioco. Soprattutto per il regista, ma assolutamente anche per i cameramen e anche per il mixer video, è importante conoscere bene le regole del gioco e i protagonisti.

Tutto ciò che è contorno può diventare interessante a fianco del match in sé ed è indispensabile sapere come giocano le squadre, conoscere le caratteristiche di ciascun giocatore, dell’arbitro, degli allenatori, etc.
Ad esempio, se un calciatore solitamente “punta all’uomo” e si stacca in velocità, permetterà al regista l’uso di una inquadratura più stretta. Con altri giocatori, invece, sarebbe impossibile e si avrebbe uno stacco troppo breve e fastidioso da vedere per lo spettatore televisivo.
Il cambio di regolamento di 2/3 anni fa sulla rimessa dal fondo, ora giocata subito, consente una minore proposizione dei replay, e obbliga a porre molte attenzione.

“É, infatti, prioritario seguire la palla, come dicono gli inglesi, “ball in play”, e lo spettatore deve vedere una partita come se fosse allo stadio”.

Anche la qualità delle ottiche è molto migliorata, siamo passati dai 50X in ottica lunga utilizzata per i primi piani ai 101X duplicabili di oggi: dalla tribuna principale riusciamo a proporre un primissimo piano anche da molto lontano e senza comprimere i piani, guadagnando sulla luminosità dell’immagine, dato che si impegna di meno l’ottica e il diaframma rimane più chiuso, con una profondità di campo migliore.

Il regista deve essere prima di tutto uno sportivo, un appassionato che deve conoscere a fondo la materia: è giusto comporre bene le inquadrature ma il gioco è sovrano con le sue dinamiche e l’imperativo è saper raccontare la storia della partita.

“Prediligo sicuramente le “belle giocate”, il goal non è solo passaggi e tiri in porta, ma nasce dai concetti fondamentali della scuola calcio, un bello stop col collo del piede, un passaggio, una palla persa: il goal nasce da lì.
Ricordo una partita amichevole di alcuni anni fa con Dibala che ha effettuato uno stop col collo del piede a due metri di altezza: aveva incollato il pallone al piede e lo aveva portato giù e il replay non era stato proposto!”

Tanti replay vengono costruiti non solo con “azione-cross-tiro-goal, ma con una palla conquistata o persa a centro campo, un fallo dubbio, una bella giocata, un colpo di tacco. Questo è il bello del calcio che vogliamo far vedere. Dobbiamo conoscerlo perfettamente bene e spesso anticiparlo per trasferirne l’entusiasmo”.

Silvano Casiraghi, mixer video, racconta:

Silvano Casiraghi, Giorgio Galli

“Compagno di ventura” in qualità di mixer video di mille eventi sportivi, seguo il regista Giorgio Galli da molti anni ed assieme a tutto il team di produzione abbiamo creato una forte sintonia nel lavoro che ci permette di accontentarlo nella sua ricerca artistica, spesso anticipando i suoi desideri, con un fine unico, raccontare la partita al meglio possibile e con passione.

Inoltre, in qualità di mixer video sulla regia main ho dovuto insieme ai tecnici del service, ottimizzare la gestione dei segnali e la programmazione del banco, per avere sempre tutto sotto controllo e per poter rispondere alle richieste con la massima velocità e migliore conoscenza della macchina.
Così come allo stadio la tribuna centrale rimane il posto migliore (non a caso le telecamere principali sono piazzate lì), perché si riesce a percepire la dinamica d’insieme del gioco, la definizione molto migliorata e le nuove telecamere uhd e “special”,consentono movimenti più fluidi e  inquadrature da punti strategici che permettono di capire meglio le varie situazioni di gioco, valorizzare quelli che sono i gesti tecnici e le migliori giocate, così da trasmettere emozione oltre allo sport.

La passione del pubblico, che è determinante in un match, viene ripresa da telecamere in super motion che lavorano a 75 FPS, che ci permettono di restituire un tifo colorito e pittoresco in cui si vede la vera passione delle famiglie, dei bambini, delle donne, di tutti i tifosi senza accanimento, dove a volte riusciamo a proporre due bandiere diverse una a fianco l’altra come appena successo negli europei UEFA 2020”.

Giorgio Galli chiude con un accenno a proposito di pandemia
Il Covid-19 ha cambiato davvero tutto il modo di impostare il lavoro nel calcio, obbligando a tamponi del personale, ozonizzazioni, stringenti procedimenti da seguire per entrare allo stadio, continue sanificazioni, letture di temperatura, niente più riprese dagli spogliatoi, molte zone sono off limits, le regie sono state isolate, le mascherine per molte ore sono un tormento.

Anche il racconto della partita ne ha risentito perché nello stacco sulle camere basse – ma anche su quella principale – si devono vedere gli spalti pressoché vuoti il meno possibile”.

Roberto Landini