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Mica tanto bello il tempo qui ad Amsterdam, in occasione dell’ apertura della IBC 2011. Mentre passeggio fra gli stand che come sempre  espongono... Speciale IBC

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Mica tanto bello il tempo qui ad Amsterdam, in occasione dell’ apertura della IBC 2011.
Mentre passeggio fra gli stand che come sempre  espongono il top dello state-of-the-art nel worflow delle solutions, cerco di capire se la IBC di quest’anno non sia leggermente diversa – se non serpeggi, sotto sotto, un minimo non dico di panico ma quanto meno un qualche leggerissimo accenno di disagio a riguardo della fase nella quale si trova il bioritmo economico, produttivo e sociale del pianeta Terra.
All’ apparenza qui è business as usual: volti sorridenti e beati, strette di mano da vecchi amici texani, tutto sotto controllo. La cosa non può che rincuorarmi;  ma ho a volte l’impressione di cogliere, nello sguardo ispirato e business-oriented di qualche chief executive officer o nel fluente dicorrere di una elegante EMEA marketing director, una traccia di incrinatura. Può sicuramente essere frutto di miei pregiudizi, quindi mi riservo di approfondire la faccenda.

Una delle novità di questa IBC2011 consiste nell’entrata inservizio del nuovo edificio progettato da Mels Crouwel nel quale è stato alloggiato uno sfiziosissimo ristorante italiano chiamato “d’ Antica”.

dantica1 Un mio amico, prestigioso chef, mi ha spiegato che il primo indizio da valutare in un ristorante italiano nel mondo è l’accuratezza nel menu esposto: “Se vedi errori d’ortografia -mi disse- non entrare neppure: significa che a chi lavora lì, del ristorante non frega niente”. In effetti,  a chiamare “bollicini” la categoria spumanti e allo stesso tempo proporre un prosecco da 37.50 la bottiglia ci vuole un bel coraggio. Comunque posso testimoniare di avere sentito un ragazzo del personale di cucina cantare “la società degli magnaccioni”, può anche essere che si mangi bene. Io mi sono fatto uno dei solito panini con aringa cruda cetriolo e cipolle, trovo che siano molto raffinati.

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Enrico Oliva