Leica si dissocia dallo spot censurato in Cina Leica si dissocia dallo spot censurato in Cina
Fra poco saranno trent’anni. Il 5 giugno del 1989 un giovane uomo, di cui non si è più saputo nulla, affrontò da solo una... Leica si dissocia dallo spot censurato in Cina

Fra poco saranno trent’anni. Il 5 giugno del 1989 un giovane uomo, di cui non si è più saputo nulla, affrontò da solo una fila di carri armati durante le proteste di piazza Tienanmen. Quelle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, sono al centro del lungo spot, di quasi cinque minuti, prodotto dall’agenzia pubblicitaria brasiliana F/Nazca Saatchi & Saatchi per Leica, la nota fabbrica di fotocamere tedesca.

Il video è intitolato “The Hunt”, alterna immagini di reporter in guerra e termina con la frase: “Questo film è dedicato a coloro che prestano i loro occhi per farci vedere”. Proposito apprezzabile, ma non da tutti: infatti il filmato è stato censurato dalle autorità cinesi. Preoccupata da possibili ritorsioni commerciali, Leica ha deciso di “prendere le distanze dal contenuto mostrato nel video” e, per bocca di una portavoce, si è rammaricata di “eventuali fraintendimenti”, sostenendo che lo spot non è stato commissionato dall’azienda. Intanto il video è stato rimosso dai profili social dell’agenzia F/Nazca.

Ma vari utenti l’hanno ripubblicato su YouTube, in omaggio alla libertà di cronaca e di espressione, che era poi il tema dello spot, con l’effetto di fare pubblicità a Leica, pur criticandola per l’eccesso di zelo. Una pubblicità di cui l’azienda tedesca in questo caso avrebbe fatto volentieri a meno, dati gli interessi sul mercato cinese. Insomma, un bel cortocircuito di comunicazione.

redazione milano