Sono in molti in Italia a preoccuparsi del recente lancio -e potenzialmente sempre più pregnante avanzata- delle tecnologie cellulari e reti LTE. Il problema...

Sono in molti in Italia a preoccuparsi del recente lancio -e potenzialmente sempre più pregnante avanzata- delle tecnologie cellulari e reti LTE.
Il problema è ben noto e molti professionisti dei settori broadcast sono in fermento per la seria possibilità che le reti Long Term Evolution vadano a creare delle serie interferenze al DVB-T. L’evenienza in effetti è piuttosto probabile soprattutto nelle zone di confine tra i due sistemi LTE e DVB-T, ossia dove i relativi siti trasmittenti sono collocati in zone adiacenti.

Loris Trucchi di Eurotek (nella foto) , ben nota azienda italiana in campo alta frequenza, è che: “LTE a piena potenza e sulle stesse bande UHF potrà facilmente andare a saturare i ricevitori TV e relativi filtri in antenna tipici del DVB-T in alcune aree. E in effetti le reti cellulari di nuova generazione e applicazioni mobile impiegano frequenze precedentemente implementate sui servizi tv DVB-T e DVB-C (via cavo) così che gli impianti di ricezione domestica ne possono venire compromessi soprattutto in aree dove siti di trasmissione di entrambe le tecnologie risultino troppo vicini.”

Gli apparati DVB-T e le antenne sono progettati per ricevere segnali radio sulla banda degli 800 MHz e un segnale LTE 800 troppo potente può ufficialmente interferire con quelli DVB-T o anche addirittura sovrapporsi creando differenti problematiche più o meno fastidiose. Si va infatti da una semplice scalettatura con singoli pixel compromessi o anche il suono distorto, a salire fino alla completa cancellazione e perdita di immagine tv nei casi peggiori. Le interferenze possono essere create non solo dalle stazioni radio base trasmittenti ma anche da dispositivi ben più semplici e comuni, come chiavette USB LTE, smartphone, modem, etc.

Ad oggi i problemi sono ben noti al Ministero competente che dovrà affrontarle in tempi brevi dato che i primi servizi LTE sono già partiti in alcune città italiane. In questa direzione il cosiddetto Decreto Legge “Crescita 2.0” o “Trasforma Italia”, che contiene urgenti misure tese all’innovazione e alla crescita sociale approvato il 4 ottobre scorso dal Consiglio dei Ministri, prevede diverse novità di rilievo e raccomandazioni proprio tese a ridurre le interferenze. In effetti, come detto nell’?Art.14 comma3? , entro 60 giorni dovranno essere emesse delle linee guida ufficiali dal Ministero dello Sviluppo Economico che inchino quali misure mettere in campo per ridurre le interferenze e che saranno comunque totalmente a carico delle aziende e operatori Telco.

E il DVB-T ?

Intanto le problematiche e gli effetti relativi al recente passaggio al digitale sono ben altro che risolte sul nostro territorio, malgrado la data ufficiale di spegnimento degli impianti analogici allo scorso luglio 2012. In effetti, se da un lato in molte aree geografiche il passaggio è parso tutto sommato indolore – se escludiamo le evidenti problematiche legate al calo della pubblicità dovuto alla crisi ma anche a un inutile spappolamento dell’audience su molti più canali- in altrettante aree (se non di più) si è registrata una serie indescrivibile di problematiche importanti, anche nelle grandi città.

Il guaio è soprattutto nel sovrapporsi di segnali in arrivo da diverse postazioni, in canali assegnati, poi tolti, e poi riassegnati e la soluzione è ancora lontana. E da notare, la situazione non coinvolge certo solo le “piccole” tv ma anche operatori nazionali…
La richiesta un po’ da tutti i fronti è di riprogettare le reti dove serva e dare una seconda occhiata all’assegnazione delle frequenze, mentre altri preferirebbero potersi affidare a una gestione centrale e governativa più competente che coinvolga tutti gli aspetti finanziari, economici e tecnici legati al DVB-T e più in generale piano che allenti la stretta di una crisi generalizzata.

redazione milano