


Il giudice di Londra ha negato la liberazione su cauzione a Julian Assange, che resta così in detenzione. Il mediattivista australiano non potrà ancora rivedere la libertà dopo i sette anni trascorsi da rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e i quasi due in carcere nella prigione di massima sicurezza britannica di Belmarsh.
Lo ha deciso la giudice distrettuale Vanessa Baraister che, dopo aver respinto nei giorni scorsi l’istanza di estradizione negli Usa del fondatore di WikiLeaks, gli ha tuttavia negato il rilascio immediato, come richiesto dalla difesa.
L’avvocato difensore Edward Fitzgerald aveva sostenuto la richiesta di rilascio sulla base del giudizio di primo grado di rifiuto dell’estradizione. E aveva chiesto in subordine un confinamento agli arresti domiciliari per Assange in un’abitazione di Londra.
La giudice ha tuttavia fatto pesare il rischio d’una nuova fuga, come quella che portò Assange a rifugiarsi nell’ambasciata dell’Ecuador nel 2012, mentre ancira pende il ricorso dell’amministrazione Usa sull’estradizione.
I sostenitori di Assange hanno immediatamente contestato la sentenza, che a loro avviso lascia in carcere ingiustamente un uomo che già da 15 mesi non ha più alcuna pendenza residua con la legge britannica
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