

Estranei: il workflow di un cortometraggio, intervista a Michele Gallone
CinemaPost Produzione 19 Aprile 2021 redazione milano

Il corto “ESTRANEI”, di Federico Mottica, vincitore dell’Avid & CSC Post Production Contest 2020, ha recentemente vinto il Premio Rai Cinema Channel come miglior corto al Cortinametraggio 2021 che si è svolto a Cortina dal 22 al 28 marzo. Nello stesso festival ha vinto il premio per la miglior interpretazione femminile Petra Valentini.
Abbiamo rivolto qualche domanda a Michele Gallone, studente del Centro Sperimentale di Cinematografia e montatore del corto
Come nasce il corto” Estranei”?
“Estranei” prende spunto da alcune esperienze personali del regista Federico Mottica e della co-sceneggiatrice Sara Parentini. Estranei è la storia del ritrovo, dopo anni dalla separazione, di una coppia in procinto di firmare le carte del divorzio, e quindi sancire formalmente la fine di quel capitolo della loro vita. Inevitabilmente l’incontro porta a galla nostalgie, emozioni e risentimenti ancora ribollenti tra i due.
Direi che l’idea registica fondamentale alla base del progetto è stata anzitutto nella particolare e antinomica scelta degli attori, cioè l’accostamento di un’attrice di teatro, Petra Valentini, e un noto comico proveniente dal panorama di Youtube, Luca Vecchi.
Che tipo di workflow è stato utilizzato per la realizzazione del corto?
Il corto è stato girato con un’Arri Alexa Plus, in codec ProRes 444, formato finale 2:39:1, a 24 fps, tranne per alcune singole scene a 40 fps. Il workflow di post-produzione è stato standard: montaggio con transcodifiche in DNX36, successivamente passaggio al reparto suono (ProTools) e color correction (DaVinci) tramite AAF e annesse video-reference.
L’utilizzo di Avid Media Composer pensi che abbia facilitato la collaborazione con altri software per la post-produzione audio e la color correction?
Mi pare che Media Composer abbia caratteristiche di precisione e “dialogo” con gli altri software che ne fanno senza dubbio un programma particolarmente affidabile rispetto a molte altre opzioni sul mercato. Lo dimostra il fatto che è tutt’ora il più comunemente utilizzato, che io sappia, nel cinema e nella televisione.
Quanto pensi che Media Composer abbia assecondato la tua creatività e le richieste del regista?
Non ho mai avuto la sensazione che il processo strettamente creativo al montaggio possa essere influenzato dalla scelta del software. Si può fare un ottimo lavoro con un programma elementare così come un pessimo lavoro con un programma serio e avanzato. Condivido l’idea per cui il montaggio sia essenzialmente un atto di scrittura, tanto che in un certo senso si può “montare” anche con carta e penna, che poi è quello che succede quando si lavora a una sceneggiatura. Resta il fatto che Media Composer presenta una serie di caratteristiche tecniche, come già accennato, che lo rendono per molti versi comodo e preciso a livelli difficilmente comparabili per quanto riguarda il montaggio professionale.