Il contesto nazionale è ancora importante nel mondo IP globalizzato, secondo Sencore Il contesto nazionale è ancora importante nel mondo IP globalizzato, secondo Sencore
Non siamo ancora un unico mondo Mentre le discussioni generali sull’ascesa della IP e dell’OTT possono far sembrare che il mercato globale delle trasmissioni... Il contesto nazionale è ancora importante nel mondo IP globalizzato, secondo Sencore

Non siamo ancora un unico mondo

Mentre le discussioni generali sull’ascesa della IP e dell’OTT possono far sembrare che il mercato globale delle trasmissioni sia già completamente maturo in termini di servizi basati su Internet, c’è ancora del cammino da fare in termini di adozione, con significative variazioni nei mercati geografici. Queste variazioni geografiche spesso sorprendono coloro che presumono che la trasmissione basata sulle connessioni IP debba inevitabilmente portare a un approccio completamente globalizzato e omogeneizzato, con poche o nessuna differenza nei processi o nelle strutture operative, sia nella produzione, acquisizione, playout o distribuzione. Ma la realtà è diversa, e comprendere i fattori specifici che influenzano l’approccio proprio di un mercato nazionale di trasmissione all’adozione della IP è quindi cruciale per le parti interessate di ogni tipo, influenzando le decisioni tecnologiche che si prendono mentre si avvicinano all’adozione della IP.

L’esempio dell’Italia

Il mercato italiano presenta un interessante caso di studio in materia. Le stime variano, ma con un fatturato di 8,5 miliardi di euro nel 2021, il settore delle trasmissioni (TV e Radio) italiano rappresenta un campo di gioco significativo. Tuttavia, una volta dominato da tre principali attori, un graduale passaggio alla consegna basata su Internet – sia IP che OTT – ha portato a un mercato sempre più frammentato, con un numero stimato di 483 concorrenti solo nel campo delle trasmissioni sportive italiane. Combinato con il fatto che gli utenti italiani sono, in generale, meno inclini al digitale rispetto a molti dei loro omologhi europei, il settore delle trasmissioni italiano mostra una frammentazione delle risorse e un lento investimento nell’infrastruttura IP.

Affrontare la frammentazione e il sottinvestimento con risorse condivise

Intervenire su questa tendenza richiederà ai broadcaster nazionali di trovare un modo per innovare e gestire le loro reti in modo più efficace ed efficiente, per non essere sopraffatti dai più grandi attori globali con risorse quasi illimitate – qualcosa che cambierebbe fondamentalmente il carattere del mercato italiano e potenzialmente priverebbe della sua importante dimensione culturale: programmazione locale, sport regionale e altre trasmissioni specifiche dell’Italia. Ironia della sorte, mantenere il carattere individuale della TV italiana richiederà ai broadcaster di adottare una mentalità più globale, sfruttando elementi della “Catena del Valore Globale” dove Internet pubblico diventa – in sostanza – una risorsa condivisa olistica, offrendo maggiore efficienza e economie di scala rispetto ai vari singoli utenti che investono in molteplici risorse private, duplicate e quindi necessariamente su scala ridotta.

L’ascesa del Cloud

In precedenza, un’impresa così varia e complessa avrebbe richiesto un enorme investimento in attrezzature e infrastrutture, escludendo i giocatori più piccoli dal raggiungere la qualità della fornitura raggiunta dagli incumbent globali. Ora, tuttavia, con l’ascesa del Cloud computing, ai broadcaster viene concesso l’accesso a soluzioni di aggregazione, controllo e monitoraggio altamente scalabili, dando anche ai piccoli servizi di streaming la possibilità di fornire la massima qualità di servizio ed esperienza ai loro spettatori. Sencore presenta una di queste opzioni. La loro soluzione Centra – sviluppata per raccogliere, collazionare, convertire, aggregare, distribuire e monitorare i dati di trasmissione – fornisce una panoramica end-to-end del flusso di dati. Capace di convertire i protocolli RIST, SRT, Zixi, HLS e MPEG su IP secondo le necessità, porta come risultato un minor carico sulle reti pubbliche condivise, significando minori OpEx, maggiore affidabilità, distribuzione più semplice e maggiore flessibilità operativa per i broadcaster. Inoltre, si impegna anche in una costante valutazione delle metriche di rete e della latenza, consentendo l’ottimizzazione del trasporto in base alle risorse e alle esigenze. Anche la gestione di asset e dispositivi è automatizzata, consentendo agli utenti di determinare a colpo d’occhio la posizione, la versione del software, lo stato della licenza e la salute dei loro vari asset, con la possibilità “con un clic” di gestire e aggiornare questi elementi. Le capacità di monitoraggio e analisi facilitano anche la segnalazione automatica di una gamma di tipi di errori, notificando automaticamente gli utenti e fornendo un percorso semplificato per la rettifica.

Combinare la scalabilità della consegna pubblica con il controllo del privato

In sostanza, Centra consente ai broadcaster di tutte le dimensioni l’accesso a una risorsa di consegna di trasmissioni condivisa comune: Internet pubblico – qualcosa di molto più ampio in termini di portata e di raggio rispetto a qualsiasi rete privata che potrebbero sviluppare indipendentemente. Con Centra, tuttavia, i broadcaster possono raggiungere gli stessi livelli di controllo, intuizione e consegna ideale che manterrebbero se operassero su una rete privata, eliminando in gran parte le preoccupazioni sul traffico di picco e il suo impatto sulla latenza della consegna. Inoltre, poiché è disponibile sia come soluzione basata su Cloud che On-Prem, offre ai broadcaster più scelte; offrendo o scalabilità e flessibilità, o la possibilità di possedere, gestire e operare direttamente gli strumenti del proprio successo. In questo modo, quindi, sono strumenti come il Centra di Sencore che saranno cruciali nel dare ai broadcaster la scelta e la capacità di adattarsi alle condizioni di mercato molto specifiche e ai contesti operativi che ancora impattano i broadcaster nazionali individuali e collettivi, anche in un’era IP. Per il caso italiano, ciò potrebbe significare superare il sottinvestimento infrastrutturale che è andato di pari passo con la frammentazione del mercato, consentendo ai singoli operatori su piccola scala la capacità di stabilizzarsi e poi fiorire, e in definitiva fornire al pubblico italiano una scelta e un’esperienza migliorate.

redazione milano